Il Bosco in Collina - Museo e Centro visite della Riserva Regionale di Castel Cerreto

 

Localizzazione: Penna Sant’Andrea (Te)
Committenza: Comune di Penna Sant’Andrea
Importo lavori: Euro 135.000,00
Realizzazione: Cooperativa Floema, anno 2009

Il presupposto dell’allestimento è raccontare e rendere interpretabile al visitatore un tratto del paesaggio italiano, inteso come prodotto degli elementi naturali e culturali che lo compongono, prendendo come punto focale la Riserva di Castel Cerreto.
L’elemento centrale dell’esperienza di visita non può quindi essere solo il “bosco” che è presente con elementi affascinanti ma non unici in Appennino o in Abruzzo. Il centro dell’allestimento, viste anche le specifiche competenze didattiche e documentariali della Cooperativa Floema che gestisce l’area protetta, è proprio la lettura critica dell’ambiente, che il ragazzo e l’adulto visitatore sperimenteranno grazie ai sussidi messi a loro disposizione.

Possiamo schematizzare il percorso espositivo in tre macrosezioni.

La prima è costituita da espositori modulari collocati lungo il perimetro del ballatoio, un diorama interattivo e una videoinstallazione. Gli espositori, così come definiti e collocati nella planimetria dell’edificio, permettono di affrontare e approfondire in maniera puntuale alcune tematiche necessarie all’inquadramento storico, naturalistico e antropologico del territorio che racchiude la Riserva.

La seconda, quella del diorama racconta dell’emergenza naturalistica per eccellenza presente nella Riserva, il bosco di Castel Cerreto che, grazie all’utilizzo di particolari tecnologie, permette al visitatore di interagire con l’apparato in maniera ludica.

I visitatori che entrano nello spazio “bosco” attivano un filmato su alcuni elementi della fauna di questo ambiente e un audio con cui si fa attenzione ai richiami degli uccelli. Successivamente il visitatore è portato ad avvicinarsi alla parete laterale dove flebili luci mettono in evidenza delle teche. Una serie di testimonianze audio, centrate sul lavoro nel bosco, sui ricordi personali legati alla vita in questo ambiente, partono sincronizzate con la luce che “materializza” un oggetto evocativo posto nel fondale.

La terza, della videoinstallazione racconta invece della mutabilità dei punti di vista con cui si può leggere un paesaggio dando priorità ad una lettura emozionale, fatta suoni naturali, luci, volte boschive e cieli in vari momenti dell’anno. Il senso del tempo e dell’identificazione con le stagioni della vita e della natura si riconnette con il tema del ballo del laccio d’Amore, rappresentato in immagini video in cui si suggeriscono gli elementi rituali attraverso i quali la comunità locale si è connessa -fino ad oggi- con la dimensione sacrale del paesaggio e del tempo.